Technology, Crafting and Artisanal Networks in the Greek and Roman World. Interdisciplinary Approaches to the Study of Ceramics

Fig. 1. Marco Serino, Diego Elia, Eleni Hasaki (a cura di), Technology, Crafting and Artisanal Networks in the Greek and Roman World. Interdisciplinary Approaches to the Study of Ceramics, Berlino-Boston 2024.
È recentemente uscito, per la casa editrice De Gruyter (Berlino/Boston) il volume Technology, Crafting and Artisanal Networks in the Greek and Roman World. Interdisciplinary Approaches to the Study of Ceramics, curato da Diego Elia, Eleni Hasaki e Marco Serino (Fig. 1).Il libro raccoglie importanti casi-studio (vedi Indice) volti a una migliore comprensione del savoir-faire degli artigiani che lavoravano l’argilla nel mondo greco e romano. I contributi permettono di riflettere su approcci metodologici rivolti verso un dialogo interdisciplinare tra vari ambiti di studio, come l’archeologia, l’archeometria, l’antropologia, l’etnoarcheologia, l’archeologia sperimentale e l’applicazione delle digital humanities (tra cui la Social Network Analysis, l’imaging computazionale e l’analisi dei big data). I diversi saggi evidenziano come tali approcci interdisciplinari allo studio dei manufatti antichi in terracotta si rivelino sempre più cruciali per definire meglio gli ambiti e le reti artigianali.
Il volume (peer-reviewed) si configura come la conclusione del progetto triennale (2021-2024) Marie Sklodowska-Curie (IF-Global) A.G.A.T.H.O.C.L.E.S. – The Archaeology of Gesture: Apprenticeship, Tools, Hands, Organization, Collaborations, Learning Experience and Social Network Analysis (Principal Investigator: Marco Serino). L’ampia portata del progetto e i suoi obiettivi sono stati presentati anche in precedenti comunicazioni in questa stessa sede (https://ciao.hypotheses.org/1794).
Il libro raccoglie gli esiti di due importanti momenti di condivisione e disseminazione scientifica avvenuti nel corso del triennio del progetto europeo. Da un lato, il Convegno Internazionale tenutosi nell’Ottobre 2022, a Torino (organizzato da Marco Serino, Diego Elia ed Eleni Hasaki), e dall’altro, le due edizioni della Webinar Series internazionale (organizzata da Eleni Hasaki e Marco Serino) alla University of Arizona (Tucson, USA). L’opera è organizzata in cinque sezioni. Ogni sezione è composta da due parti: i capitoli più lunghi vengono presentati per primi e riprendono le presentazioni orali del convegno di Torino e della Webinar Series. La seconda parte è costituita da saggi più brevi, che corrispondono allo sviluppo dei poster durante la Conferenza torinese del 2022.
La sezione I (The Shapes of Clay: Manufacturing and Local Traditions) esplora le molteplici “forme dell’argilla” e le relative tradizioni artigianali locali (Fig. 2).

Fig. 2. Modello di grotta-ninfeo in terracotta recentemente scoperto a Locri, località Casino Macrì: ripercorrendo i gesti dell’artigiano (foto di D. Elia). Da V. Meirano, Clay Crafting, Hand Modeling: A Coroplastic Perspective. Case-studies from Sicily and Magna Graecia, Fig. 10.
Partendo dalla materia prima, vengono presentati diversi approcci all’indagine della tecnologia antica e delle tecniche di lavorazione finalizzate alla creazione di manufatti destinati a specifiche funzioni, principalmente legate alla vita quotidiana. Gli studi qui raccolti si concentrano sull’organizzazione delle officine, sulle competenze artigianali, sulle relazioni tecnologiche tra i manufatti analizzati e sulla circolazione delle ceramiche in base alle loro caratteristiche tecnologiche.
La sezione II (Populating the Ancient Pottery Industry) si focalizza sulle comunità degli artigiani dell’argilla, analizzando il loro rapporto con lo spazio di lavoro, i tempi di produzione, la qualità e la quantità delle ceramiche realizzate, nonché gli strumenti impiegati nei processi produttivi (Fig. 3).

Fig. 3. Fasi di foggiatura del cratere con Sarpedonte. Copyright: Eleni Hasaki. Da E. Hasaki, Timing Euxitheos and Euphronios: Energetics and the Scale of Production in the Athenian Potters’ Quarters, Fig. 4 (modificata).
La sezione III (Workshop Recipes and Craft Production Systems: Technologies Magnified) raccoglie studi archeometrici e petrografici sulla ceramica, illustrando come questi possano essere integrati con altri approcci per delineare più precisamente le pratiche adottate nelle diverse botteghe, le procedure operative e le soluzioni tecnologiche impiegate (Fig. 4).

Fig. 4. Coperchio di lekane (senza n. inv.; da Barresi S., Elia D., Locri Epizefiri: nuove testimonianze relative alla ceramica figurata di produzione
locale, in Orizzonti XVIII, 2017, pp. 27-42, fig. 1): (a) i due riquadri rossi indicano le posizioni dei dettagli al microscopio illustrati nei riquadri (b) e (c): le frecce indicano lo strato di miltos sotto la vernice nera. Frammento di cratere a campana (Reggio Calabria, Museo Archeologico Nazionale, inv. 105434): (d) immagine al SEM di una sezione sottile che mostra la vernice nera (strato 1) sopra lo strato di miltos (strato 2); (e) immagine al microscopio ottico: lo strato di vernice nera è indicato con le frecce in giallo, lo strato di miltos è indicato dalle frecce in bianco, mentre il corpo ceramico che emerge sotto lo strato di miltos è indicato da una freccia in nero. Da D. Elia, P. Davit, A. Re, M. Gulmini, Magnific Magnification at Locri Epizephyrii: An Insight into the Surface of Western Red-figured Vases, Fig. 1.
La sezione IV (From Invisible to Visible: Artisanal Gestures, Ontologies, and Ceramic Networks) è dedicata agli aspetti meno evidenti della produzione ceramica, che possono essere rivelati attraverso analisi diagnostiche specifiche (Fig. 5).

Fig. 5. Dettagli tecnologici: (a-b) cratere a calice conservato a Siracusa, Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi, inv. 55484, Gruppo Prado–Fienga; (c) cratere a calice conservato a Zurigo, Archäologische Sammlung der Universität, inv. 4991, Pittore di Himera; (d) cratere a calice conservato a Lipari, Museo Archeologico Regionale Luigi Bernabò Brea, inv. 168F, Pittore di Napoli 2074; (e) archeologia sperimentale: sequenza di gesti tra disegno preliminare e miltos (foto dell’autore; © Progetto A.G.A.T.H.O.C.L.E.S.). Da M. Serino, From Micro to Macro and Vice Versa: Technology Studies and Network Analysis on Red-Figure Vase Production between Sicily and Campania, Fig. 4.
Grazie all’impiego di tecniche avanzate di imaging computazionale, allo sviluppo di database ceramici, e alle ontologie sottostanti, è possibile riconoscere i gesti artigianali e visualizzare in modo innovativo le reti ceramiche attraverso studi di network analysis.
Infine, la sezione V (Craftspeople’s Mobility and Knowledge Transfer: Distribution and Statistics) approfondisce la mobilità degli artigiani e il trasferimento delle conoscenze tecnologiche (Fig. 6).

Fig. 6. (a) Distribuzione della terra sigillata prodotta a Lezoux, Gallia del Nord (II sec. d.C.). Mappa generata da: Samian Research (http://www.rgzm.de/samian); (b) Network Analysis dei siti con un numero di vasi superiore a quello atteso, e un valore di “Network Density” di 0,8, indicati con un puntino rosso. Una linea blu è tracciata tra due siti significativi. Gli snodi del commercio di terra sigillata con elevate correlazioni con i siti adiacenti che presentano presenze significative di prodotti del vasaio “Cinnamus ii” si possono distinguere a Carlisle e a Corbridge, adiacenti al vallo di Adriano, e a Camelon presso il vallo di Antonino, nonché a Chester, Caerleon, London, Colchester, Richborough e Gloucester. I siti con meno di cinque presenze sono statisticamente ignorati e visualizzati come punti grigi. Da Reddé/Mees (2022) 78, fig. 20; (c) Strutture spaziali nei modelli centro-periferia. Da Haas/Neumair (2015), 66, Abb. 3.13; (d) Modello di “commercio direzionale” in cui gli hub reindirizzano i beni commerciali. Da Renfrew (1972), figs. 20.9–20.12; Zeitlin (1982), figs. 1, 3. Da A. W. Mees, Economic Principles in the Roman Economy: Modelling Mass Ceramic Production and Trade, Fig. 9.
L’attenzione è posta in particolare sui nuovi approcci all’analisi della distribuzione e sulle elaborazioni statistiche, spesso basate su banche dati strutturate, come quelle introdotte nella sezione precedente.
In definitiva, questo volume offre numerosi spunti di riflessione, con l’obiettivo principale di incentivare la ricerca interdisciplinare. Viene proposta una visione olistica che integra l’uso delle nuove tecnologie con approcci ermeneutici rinnovati applicati allo studio della cultura materiale antica, all’interno di un quadro analitico coerente.
Nel loro insieme, i contributi raccolti evidenziano come le dinamiche dell’artigianato antico permettano di affrontare, per citare Richard Sennett, “[…] il tema della tecnica, ma la tecnica considerata non come procedimento svincolato dal pensiero, bensì come questione culturale […]” (The Craftsman, New Haven/London 2008, p. 8; trad. it. L’uomo artigiano, Milano 2008, p. 18).
L’analisi dei gesti artigianali, del trasferimento delle conoscenze e dell’uso di strumenti specifici non solo approfondisce la comprensione delle pratiche produttive, ma apre anche la strada a una vera e propria ‘re-umanizzazione’ dell’universo artigianale antico e del sistema culturale che lo sostiene.
OpenEdition vous propose de citer ce billet de la manière suivante :
Diego Elia, Eleni Hasaki, Marco Serino (19 mars 2025). Technology, Crafting and Artisanal Networks in the Greek and Roman World. Interdisciplinary Approaches to the Study of Ceramics. CIAO Actualité des recherches sur la céramique italiote. Consulté le 15 novembre 2025 à l’adresse https://doi.org/10.58079/13ig3


